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Italia: al via l'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2009 23:12
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04/10/2009 23:12

Italia: al via l'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486






Con l’audizione in Senato del Ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha preso il via oggi l’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva Ru486 col fine di garantirne un utilizzo farmacologico compatibile con la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. “Non assisteremo passivi ad alcuna violazione” ha dichiarato in Commissione Sanità, Sacconi. Intanto l’Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha confermato la già approvata immissione in commercio della pillola e attende l’esito dell’indagine per formularne le indicazioni d’uso. Ce ne parla Gabriella Ceraso.

Finora c’è solo un sì ufficiale alla commercializzazione della Ru486 come già deliberato in luglio dall’Aifa, ma intanto parte l’indagine conoscitiva del Senato che servirà secondo il governo a fornire entro il 19 ottobre al nuovo CDA dell’Agenzia indicazione per la determina tecnica che parlerà di applicazione clinica della pillola. "Iter anomalo che allunga i tempi per la disponibilità del farmaco e blocca in modo illegittimo i lavori dell’Aifa", secondo l’opposizione che vede nell’indagine un atto pretestuoso. Ma il ministro del Welfare ribadisce che il fine del Parlamento non è perdere tempo, che i dubbi sulla compatibilità tra il processo farmacologico della Ru e il sistema sanitario nazionale sono diffusi. Sacconi torna poi sulla pericolosità per la salute della donna in caso di uso della pillola senza ricovero ospedaliero. E proprio sugli aspetti medici della Ru486 e sull’ipotesi avanzata che si tratti di una procedura meno invasiva e dolorosa per la donna rispetto all’aborto chirurgico, abbiamo raccolto il parere di Daniela Notarfonso medico e vicepresidente dell’Associazione Scienza e Vita:
 
R. - Parlare di un minore impatto fisico sulla donna e soprattutto di una minore percezione del dolore mi lascia titubante, perché la Ru486 provoca il distacco della placenta e l’espulsione dell’embrione e dei tessuti placentari attraverso l’induzione di contrazioni uterine, che per loro natura sono dolorose. In un terzo delle persone questo avviene in alcuni giorni. Significa che la donna che sarà tornata a casa, continuerà ad avere emorragia e dolore. L’altra questione: dato che la Ru sarà usata soltanto entro le prime sette settimane della gravidanza, se viene paventata come l’aborto indolore, o comunque più semplice, ci potrebbe essere una spinta a non ponderare questa decisione con tutte le dovute precauzioni che invece richiederebbe.
 
D. – A livello psicologico il trauma è attutito anche dall’idea di non avere un intervento chirurgico, se non in casi gravi…
 
R. – Dovremmo pensare ad una pillola che agisca senza alcun tipo di effetto nella donna, cosa che invece, in realtà, non è. In alcune situazioni poi addirittura la donna ha visto l’embrione espulso con un vissuto molto più drammatico.
 
D. – Alcuni sostengono che la nuova procedura garantisca maggiore autonomia alla donna che assume direttamente il farmaco. E’ così?
 
R. – Bisogna capire quanto questa non sia invece il sancire definitivo che l’aborto è qualcosa che la donna vive per conto suo. E questo non credo che sia una vittoria.

http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Indice.asp?cRedaSel=22&CategSel=15&PagN=1

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