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III DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2009 17:02
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12/09/2009 17:02

Letture Rito Ambrosiano
 
Is 32,15-20; Sal 50; Rm 5,5b-11; Gv 3,1-13
 
 
 
 SETTIMANA DELLA DOMENICA III DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE


Messa nel giorno della domenica

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 32, 15-20

In quei giorni. Isaia parlò, dicendo: / «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; / allora il deserto diventerà un giardino / e il giardino sarà considerato una selva. / Nel deserto prenderà dimora il diritto / e la giustizia regnerà nel giardino. / Praticare la giustizia darà pace, / onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. / Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, / in abitazioni tranquille, / in luoghi sicuri, / anche se la selva cadrà / e la città sarà sprofondata. / Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli / e lascerete in libertà buoi e asini».

SALMO
Sal 50

® Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. ®

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno. ®

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 5b-11


Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 3, 1-13

In quel tempo. Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo».

Commento al Vangelo del 12 settembre
L’incontro tra Gesù e Nicodemo
III Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il precursore
11.09.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


L’Evangelo di questa domenica è un frammento della conversazione di Gesù con Nicodemo. Chi è quest’uomo per il quale Gesù prende tempo, tanto tempo nel corso di una notte? E perché proprio di notte? E qual è il contenuto di questa conversazione? Anzitutto notiamo questa disponibilità di Gesù al dialogo. Gesù prende tempo per ascoltare e parlare con quest’uomo. Avrebbe certo potuto dissipare i dubbi, gli interrogativi di Nicodemo con una sola risolutiva parola o con un gesto stupefacente. E invece prende tempo per farsi carico delle incertezze che abitano nel cuore di quest’uomo. Da questa disponibilità di Gesù anche noi impariamo a prendere tempo per l’ascolto e il dialogo con i nostri figli, con quanti si rivolgono a noi chiedendo tempo e attenzione. Nicodemo è fariseo, appartiene all’élite religiosa di Israele, Gesù lo qualifica “maestro in Israele”, è membro del Sinedrio, l’organismo che regolava gli affari religiosi e civili del Paese. In seguito lo vedremo prendere posizione a favore di Gesù e preoccuparsi per dargli degna sepoltura. E’ un uomo in ricerca, agitato da molti dubbi e l’evangelista Giovanni lo qualifica con una espressione che ognuno di noi dovrebbe desiderare per sé: «Colui che venne da Gesù». Nel linguaggio del IV Evangelo “venire” da Gesù equivale a “credere” in Gesù.

Uomo di ricerca

Questi è Nicodemo che di notte visita Gesù. Dettaglio insignificante? Non credo. L’evangelista Giovanni è attento ai dettagli e ne coglie il significato profondo. Di notte: forse in ossequio all’uso ebraico che raccomandava lo studio delle Scritture proprio di notte? Oppure di notte per non esser veduto e quindi criticato per l’attenzione che riservava a Gesù? O forse l’evangelista vuol dire che non avendo ancora conosciuto Gesù Nicodemo è nell’oscurità, cammina come a tentoni nel buio? Nicodemo rappresenta ogni uomo che cerca, che si interroga. Non ha la supponenza di chi si considera arrivato, installato nelle sue sicurezze. Viene da Gesù che lo accoglie e lo aiuta a venire alla luce. Venir alla luce è un modo di dire che indica la nascita. E il dialogo notturno è una nuova nascita. Questo è infatti il cuore della conversazione. Gesù dice a Nicodemo: bisogna nascere dall’alto. E il termine usato - dall’alto - può esser tradotto anche: di nuovo, nascere di nuovo. E così lo intende Nicodemo che obietta: Ma allora devo rientrare nel grembo di mia madre? Gesù precisa: nascere dall’alto o nuova nascita vuol dire nascere dallo Spirito.

Aperti alla sorpresa

Certo si può leggere in queste espressioni analoghe il rimando alla rinascita battesimale. Ma in verità questa nascita dall’alto, nuova, in forza dello Spirito non si compie solo con un gesto, il battesimo appunto. Questa nascita avviene ogni volta che ci apriamo alla sorpresa, alla novità, all’imprevedibile soffio dello Spirito. E Gesù precisa: nascere dallo Spirito vuol dire accogliere la novità del vento che soffia dove vuole, ne senti la voce ma non sai da dove viene e dove va. Quanto è facile per noi chiuderci in ciò che già sappiamo, nelle nostre conoscenze, abitudini, nei molteplici conformismi. Quanto difficile lasciare che il vento scompigli i capelli, dilati i polmoni, liberi l’orizzonte e faccia apparire in lontananza le montagne. Nascere dall’alto, nascere di nuovo, nascere dallo Spirito: tre espressioni che dicono l’unica singolare novità capace di cambiare una vita: l’Evangelo di Gesù, una novità capace di far fiorire il deserto.
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