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I Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2009 16:26
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29/08/2009 16:12

Messa vigiliare della I Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Luca 24, 9-12


Tornate dal sepolcro, le donne annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Cristo Signore è risorto!
29/08/2009 16:19

Letture Rito Ambrosiano
 
Is 29,13-21; Sal 84; Eb 12,18-25; Gv 3,25-36
 
 
 
 DOMENICA I DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 29, 13-21

Dice il Signore: «Poiché questo popolo / si avvicina a me solo con la sua bocca / e mi onora con le sue labbra, / mentre il suo cuore è lontano da me / e la venerazione che ha verso di me / è un imparaticcio di precetti umani, / perciò, eccomi, continuerò / a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; / perirà la sapienza dei suoi sapienti / e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti». / Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore / per dissimulare i loro piani, / a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: / «Chi ci vede? Chi ci conosce?». / Che perversità! Forse che il vasaio / è stimato pari alla creta? / Un oggetto può dire del suo autore: / «Non mi ha fatto lui»? / E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? / Certo, ancora un po’ / e il Libano si cambierà in un frutteto / e il frutteto sarà considerato una selva. / Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; / liberati dall’oscurità e dalle tenebre, / gli occhi dei ciechi vedranno. / Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, / i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. / Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, / saranno eliminati quanti tramano iniquità, / quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, / quanti alla porta tendono tranelli al giudice / e rovinano il giusto per un nulla.

SALMO
Sal 84

® Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Sei stato buono, Signore, con la tua terra,
hai perdonato la colpa del tuo popolo.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia. ®

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. ®

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. ®

EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 12, 18-25

Fratelli, voi non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Non potevano infatti sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata». Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: «Ho paura e tremo». Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele. Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 3, 25-36

In quel tempo. Nacque una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
29/08/2009 16:26

Commento al Vangelo del 30 agosto
Il matrimonio rivela che Dio è amore
I. Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il precursore
28.08.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


L'Evangelo di questa domenica è ancora una volta uno sguardo su Gesù. In verità l'Evangelo prima di essere un ricco insegnamento è la persona stessa di Gesù, il racconto della sua vita e il tentativo di rendere accessibile con parole umane il mistero della sua persona.
La fede della Chiesa ha racchiuso in una formula - vero Dio e vero uomo - questo mistero, ma nessuna formula è in grado di esaurire una realtà che ci sorpassa. Anche nella pagina odierna il mistero di Gesù si disvela a noi attraverso due cifre, apparentemente contrapposte. I discepoli di Giovanni Battista sono preoccupati di perdere il monopolio del battesimo nel Giordano e denunciano al loro maestro questo tale - neppure ne menzionano il nome - che si è messo a battezzare e tutti vanno dietro a Lui. C'è in questa denuncia il timore dei discepoli nei confronti di questo pericoloso concorrente.
Invece il Battista, che già aveva invitato due dei suoi discepoli a seguire Gesù (1,35ss.), dichiara con forza la superiorità di Gesù: "Io non sono il Cristo". E con insistenza sottolinea l'origine celeste del Cristo, inviato di Dio che ne porta le parole e dona lo Spirito senza misura. In tal modo Giovanni sottolinea la trascendenza di Gesù e per questo riconosce che il suo destino sarà quello di diminuire perchè l'Altro cresca. Ma al tempo stesso Giovanni riconosce la prossimità, addirittuira l'intimità che lo lega a questa persona cosi più grande di lui. E ricorre ad una immagine ben nota alla grande tradizione profetica: Gesù è lo sposo.
Per comprendere l'intensità di questa cifra bisogna rifarsi ai testi dei profeti che leggono l'alleanza tra Dio e il suo popolo come un vincolo sponsale e per conseguenza leggono il peccato di infedeltà all'alleanza come prostituzione. Basterà leggere Osea 2-3 e Ezechiele 16. Ma non leggiamo questa metafora sponsale come un espediente retorico, ricco di suggestione. Che l'alleanza con Dio possa essere assimilata al vincolo sponsale sta a dire che in ogni vincolo sponsale è inscritta la capacità di rivelare chi è Dio, rivelarne l'amore fedele per l'umanità.
La grazia propria dell'amore umano che il sacramento del matrimonio celebra è proprio quella di manifestare che Dio non ha altro volto che quello di coloro che si amano, perchè Dio è amore. Le parole del Battista adombrano il volto di Gesù, il suo mistero: vero Dio e vero uomo, viene dall'alto ed è lo sposo dell'umanità.
E Giovanni ne riconosce la grandezza e insieme, con gioia, la prossimità fino a definirsi Amico dello Sposo, colui che accompagna verso lo Sposo, ne ascolta la voce. Puo' essere questa una efficace descrizione del discepolo dell'Evangelo: essere in ascolto della voce dello Sposo, suo amico.
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