Finalmente i lavori del tempio sono stati completati e Salomone inizia il cammino
per portare l'arca dell'Alleanza nel “Santo dei santi”, la parte più interna del
tempio, dove Dio abita, secondo la concezione ebraica.
Salomone incomincia a depositare i tesori e tutti gli oggetti preziosi che suo padre
Davide gli aveva lasciato, destinati al tempio del Signore, frutto di bottini di
guerra.
Viene indetta un'assemblea dove, con grande enfasi, è ricordato che "tutto Israele si
radunò presso il re Salomone per la festa". Siamo nel settimo mese secondo il
calendario ebraico, e corrisponde, grosso modo, alla festa delle Capanne che cade
in autunno, quando si commemorava il cammino nel deserto dopo l'uscita
dall'Egitto. La processione ha un andamento liturgico particolare, con molte
fermate durante le quali si offrono buoi e pecore, lungo un cammino che sale "dalla
città di Davide, cioè da Sion" al tempio di Gerusalemme, costruito più in alto. Poi,
nei secoli, non si distingue la città di Davide ed il luogo del tempio e tutto diventa
monte Sion.
Insieme è trasportata, si dice, la “tenda del convegno con gli arredi sacri".
Probabilmente però non è certo quella utilizzata da Mosé nel deserto, ma una tenda
che era stata costruita da Davide per collocarvi l'arca.
Questa, introdotta nella cella del “Santo dei Santo” senza che vengano tolte le
stanghe, resta invisibile dall’esterno (“il Santo”), salvo che per le stanghe, che
restano invece visibili, nella loro estremità, dai sacerdoti che sacrificano gli
animali. Il popolo, comunque, in queste parti interne del tempio non può entrare.
Nell'arca, si dice, sono custodite le tavole dell'alleanza ricevute dal Signore
attraverso Mosé, sul Sinai. In altri testi (Eb 9,4) si ritiene che nell'Arca ci fossero
anche un'urna con la manna e la verga di Aronne.
Sono qui ricordati due cherubini, tradizionalmente rappresentati con le ali allargate
che "coprivano l'arca e le sue stanghe dall'alto". Per quello che se ne sa, sono le due
uniche sculture esistenti, non solo nel Tempio ma anche in Israele.
Questo testo vuole ricordare lo splendore, la santità e la bellezza della presenza di
Dio. E’ Lui che dà valore e significato al tempio. Si comprende, allora, la protesta
di Gesù che scaccia i venditori perché profanano il luogo di Dio.